Riabilitazione cognitiva: cos’è e come funziona

Fa parte dei processi con cui si offre assistenza agli anziani e non solo, essendo rivolto a tutti i soggetti colpiti da danni cerebrali o demenza. La riabilitazione cognitiva è un trattamento non farmacologico che consiste nello sfruttamento delle abilità permaste nella mente del paziente per far sì che apprenda o crei metodi compensatori per contrastare il processo degenerativo della malattia.

Oggi, sono diversi gli enti che permettono ai pazienti di ricevere questo servizio in tutta Italia. La riabilitazione cognitiva allontana la progressione degenerativa, modificando le dinamiche della patologia e aiutando il paziente a rimanere autonomo più lungo.

La pratica, però, si rivela utile anche per la riduzione di ansia, depressione e assenza causati dalla demenza. La riabilitazione cognitiva lavora potenziando le capacità rimaste al cervello dal punto di vista funzionale, contrastando e rallentando il deterioramento cognitivo causato dall’età, allo stesso modo di quello proveniente dalle patologie degenerative che impediscono anche attività basiche (leggere, essere autonomi ecc.) che ludiche (interagire con altre persone, navigare su internet, giocare alle scommesse sportive online ecc.).

Come funziona la riabilitazione cognitiva?

La riabilitazione cognitiva si svolge sui livelli dell’esercizio e dell’apprendimento mediante attività mirate a stimolare le capacità cognitive superiori. Quando stimolato nella maniera più corretta, il cervello è in grado di incrementare le proprie capacità funzionali attraverso un processo denominato “neo generazione di neuroni”, aumentando le connessioni dendritiche interneuronali.

Studi affermano che questo processo aiuti a prevenire la demenza grazie alla stimolazione dell’intelletto. Come in ogni area della medicina, la prevenzione assume un’importanza fondamentale per migliorare la qualità della vita dei pazienti prima che le loro condizioni degenerino in maniera drastica, ottimizzando le risorse di un Paese ed incrementando il benessere della popolazione.

Ovviamente, i processi di stimolazione e riabilitazione cognitiva avvengono in un contesto accogliente, sotto la supervisione di professionisti delle neuroscienze, tra cui interi team di psicologi e neuropsicologi. In questo modo, sarà possibile monitorare i pazienti e, allo stesso tempo, diagnosticare eventuali forme di demenza. Durante il processo di riabilitazione cognitiva, i pazienti svilupperanno nuovi legami, nella stragrande maggioranza dei casi, stringendo vere e proprie amicizie con persone soggette a patologie simili e di età pressoché uguale.

Sono molteplici, poi, gli esercizi a cui i soggetti vengono sottoposti. Dallo stimolo verbale a quello visivo, ogni pratica di riabilitazione cognitiva è, ovviamente, mirata proprio allo sviluppo e all’incremento delle capacità permaste nel cervello dei pazienti. Generalmente, prima di dare inizio alle cure, il pool di esperti esamina il caso e propone al paziente e alla sua famiglia un piano d’azione nel contrasto o nella prevenzione della malattia.

Le fasi a cui un paziente soggetto a riabilitazione cognitiva dovrà essere sottoposto differiscono molto. Dalla stimolazione della capacità attentiva ai momenti ludici e ricreativi che aiuteranno i soggetti a sentirsi più a loro agio, diventando anche più collaborativi nelle cure. Moltissimi enti dedicati offrono questi tipi di servizio anche a domicilio, in modo da soddisfare le esigenze di pazienti impossibilitati nella deambulazione o che, in ogni caso, troverebbero difficoltà nel raggiungere una struttura.

La riabilitazione cognitiva, infatti, non mira soltanto alla prevenzione e alla cura della demenza, puntando in diverse forme a lenire le conseguenze degli ictus, a contrastare il decorso del morbo di Parkinson e a rallentare la degenerazione dei pazienti affetti da sclerosi multipla.

Una serie di pratiche queste, insomma, mirate al benessere di persone che, altrimenti, sarebbero condannate ad assistere, giorno dopo giorno, al deterioramento del proprio corpo o, a perdere sé stessi nei meandri della propria mente a causa delle malattie cognitive che, nella stragrande maggioranza dei casi, sopraggiungono con l’avanzare inesorabile del tempo e dell’età.